Flanagan di Epic Games: “Col Metaverse si dà l’opportunità di viaggiare anche a chi non può”

Mark Flanagan, Education Partner Manager della casa di produzione di Cary, in North Carolina, ha incontrato i giurati e i dreamers del Giffoni Dream Team

 

Giffoni Impact con Mark Flanagan di Epic Games

Sembra passato un secolo da quando ci si divertiva nel ricreare vite realistiche ma virtuali grazie a pietre miliari del genere Simulation come The Sims o mondi interi riprodotti in multiplayer grazie a Second Life. Il futuro, con visi iperrealistici facilmente confondibili con quelli reali e nuovi mondi totalmente in computer grafica, è già qui. A raccontarlo ai talenti under30 del Giffoni Dream Team in collegamento dagli USA durante il format Giffoni Impact è stato Mark Flanagan, Education Partner Manager della nota casa Epic Games, con sede a Cary in North Carolina.
Flanagan, il cui curriculum vede al suo attivo anche collaborazioni per mega produzioni come Star Wars, i film della Marvel e produzioni futuristiche come Blade Runner 2049, ha esordito innanzitutto raccontando cos’è Epic Games. Un nome su tutti? Il pluripremiato Fortnite, sparatutto online che ha ribaltato le regole del multiplayer e che nel corso degli ultimi 5 anni ha raccolto oltre 350 milioni di account con oltre 3,2 milioni di ore spese da giocatori di tutto il mondo.

Giffoni Impact con Mark Flanagan di Epic Games

Da ex architetto, il passaggio di Mark alla creazione di interi mondi in CG è stato breve. Con i ragazzi si è parlato di tutte quelle nuove tecnologie, tra cui l’avveniristico Unreal Engine 5, che permette di ricostruire interamente ambienti reali in mondi completi e autonomi.
L’industria cinematografica sta andando sempre più nella direzione del virtuale – ha spiegato Flanagan, parlando del connubio tra industria, cinema e nuove tecnologie – In tutte le sue forme: dal cinema totalmente ricreato in CG (Computer grafica) alla Realtà Mista, ovvero con l’interazione tra attori in carne ed ossa e ambienti o personaggi ricreati al computer, fino a nuove tecniche come il LED Wall, con scene riprodotte in studi con un unico grande schermo semicircolare che avvolge l’attore. Per quanto riguarda l’AI, l’intelligenza artificiale, vediamo l’esempio di “Ready Player One”, il film di Spielberg che racconta cosa sarà in realtà il Metaverso. Un mondo che utilizzerà tutte le tecnologie dell’Unreal Engine, dell’iperrealismo e quant’altro verrà nel futuro per ricreare un mondo dove tutti avranno delle opportunità. Un mondo più egualitario, dove chi non potrà viaggiare nel mondo reale potrà farlo lì, grazie alle nuove tecnologie. Ci sono migliaia di possibilità nel Metaverso. Una su tutte? Comunicare con altre persone in tempo reale grazie all’assenza di barriere linguistiche e alla traduzione in simultanea. Sarà un mondo che saranno stesso gli utenti a ricostruire, grazie anche agli enormi database che anche noi di Epic Games cerchiamo di fornire. Non solo alle grandi compagnie ma a tutti coloro che vogliono fruirne”.

Al termine della presentazione è stata la volta anche delle domande dei giurors.
Quale sarà il ruolo dell’attore in questo futuro?” ha chiesto uno di loro. “Il ruolo dell’attore sarà sempre lo stesso anche in questo nuovo futuro – ha risposto Flanagan – Sicuramente ci sono delle difficoltà maggiori nel recitare in un green screen o usando il motion capture. C’è da dire però che ci sono anche molti attori che si stanno specializzando in questo settore. Pensate a film come Il Pianeta delle Scimmie o Il Signore degli Anelli con Gollum (Andy Serkis, ndr). Io penso che la figura dell’attore non scomparirà ma si evolverà semplicemente“.
Particolare anche la domanda sul timore che tali “metauniversi” possano creare alienazione o dipendenza.
Non credo sinceramente – ha concluso Flanagan – Lo scopo di mondi come il Metaverse ad esempio è proprio quello di aprirsi, a nuove conoscenze, magari distanti miglia, e a creare community tra persone reali dalle esperienze diverse, anche se l’interazione si sviluppa in un mondo virtuale“.

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