Bertallot ai dreamers: “L’Italia non è un Paese che favorisce gli artisti, ma voi giovani potete cambiare le cose. Siete avanti!”
La musica è una costante del cammino dell’Uomo ed esattamente come esso, si è evoluta parallelamente alle sue conquiste sociali e tecnologiche. Ecco perché alla Giffoni Next Generation, rassegna di Giffoni Innovation Hub, il quinto ed ultimo panel di questa ottava edizione, si è concentrato su un mondo in continuo movimento: quello della Music Industry e delle opportunità lavorative che questa può creare.
A parlarne nella Sala Coworking, coordinati da Giulio Di Donna, referente del dipartimento musica del Giffoni Film Festival sono stati Alessio Bertallot, musicista, autore, speaker radiofonico e Dj, Enrico Pugni, business development director della Warner Music Digital, Lino Prencipe, director business development & digital presso la Sony Music Entertainment, Eleonora Bianchi, head of digital services & consumption presso l’Universal Music e Fernando Tozzi, avvocato tra i massimi esperti italiani in diritto d’autore.
“Ci siamo chiesti cosa ci proporrà la tecnologia in futuro – ha dato il via i lavori Di Donna che ha posto le prime domande agli ospiti – Ci saranno nuovi sistemi per ascoltare musica? Come si svilupperanno le nuove economie legate alla musica? Parliamo non solo di una parte discografiche ma di tantissimi altri aspetti del mercato che oggi più di ieri sono interessanti anche per il concetto della monetizzazione e quindi per il sostentamento dell’artista“.
“Sono successe tantissime cose negli ultimi 10 anni – ha risposto alle sollecitazioni del moderatore Eleonora Bianchi – La digitalizzazione inizialmente è stata presa sottogamba se non addirittura ostacolata. Oggi invece è parte integrante del processo di creazione e soprattutto distribuzione. Io sono entrata nell’industria nel 2014, quando il cambiamento era già abbastanza chiaro. Mi occupavo dello streaming, che in Italia era alquanto inesistente, all’interno di un reparto di 4 persone. Oggi siamo 16, con ragazzi con skills sempre più fresche e attinenti al momento. I contenuti di oggi sono creati per essere declinati su tutti i social. Ad esempio c’è una risorsa che si occupa solo dei contenuti da pubblicare su Tik Tok. Impensabile fino a pochi anni fa”.
“Un punto di svolta nel mondo dell’industry è stato quando aziende grandi come la nostra hanno iniziato ad innovare il modello di business – ha continuato sul tema Lino Prencipe – Una volta che le più grandi avevano iniziato questo percorso, ci siamo trainate tutte le altre dell’intero settore dell’entertainment. Oggi si punta più sul fan, al quale non vendiamo più un prodotto che una volta era solo fisico, come un cd o un vinile, ma offriamo un servizio digitale multipiattaforma”.
“Ho avuto la fortuna di vedere tutti i passaggi della digitalizzazione della nostra industria – ha affermato Pugni – Dal web 1.0 fino a quello 3.0, al metaverso e a tutte quelle nuove tecnologie che definiscono realtà ancora a noi sconosciute. È un fatto poi che tutte le nuove tecnologie siano state dapprima testate grazie alla musica. È vero anche che oggi si punta più sul singolo che sull’album. Questo perché creare un vinile o un cd oggi costa molto di più del creare più singoli in termini di produzione. Un album serve riempirlo. Un singolo è one shot e spesso crea lo stesso valore”.
Sul tema dei talenti s’inserisce Alessio Bertallot che dipinge un quadro riguardo a quello che è accaduto in Italia durante il Covid: “L’Italia non è un Paese che favorisce gli artisti – ha dichiarato con forza lo speaker radiofonico e Dj – Tutti abbiamo visto durante la pandemia come tutto il settore musicale non abbia potuto lavorare né quindi guadagnare. È brutto dirlo ma se ne sono infischiati in questo Paese di un’intera categoria. La buona notizia però è che voi giovani siete più avanti. Il mio consiglio è quello di capire in quale punto della mappa siete”. Bertallot ripercorre poi le varie fasi di questa transizione digitale: “Dal ’92 c’è stato il graduale passaggio dal vinile al cd – afferma – Oggi c’è la rivoluzione della rete che ha portato una serie di trasformazioni incredibili. Un big bang che ha portato il digitale a fare tabula rasa di quello che c’era prima. Ha cancellato la parte affettiva verso un prodotto fisico e ha azzerato il rapporto di rispetto e odio verso le elite. Oggi si inizia ad accettare questo cambio di paradigma. Dopo aver fatto tanta radio in fm, mi son spostato su una radio da casa mia. Oggi i miei contenuti li metto a disposizione pagamento attraverso una piattaforma come Patreon. Così ho creato una piccola ma sufficiente economia che mi ha dato l’idea che le persone riescano ancora oggi a scegliere la musica per loro importante nonostante sul loro cellulare abbiano un mondo di musica che spesso però disorienta”.
“Le nuove tecnologie cambiano ovviamente i linguaggi – ha continuato Bianchi – Tramite un’app ucraina che invia sensazioni come un abbraccio o un bacio attraverso una vibrazione, decidemmo di creare la sensazione di un brivido per promuovere la canzone di Mamhood e Blanco, “Brividi”, in vista della loro partecipazione all’ultimo Eurovision. Dieci anni fa avremmo prodotto una campagna tradizionale spendendo tanti soldi. Oggi con un contenuto ben creato e una piattaforma digitale abbiamo lo stesso risultato a costi notevolmente inferiori”.
“La musica è passione ed emozione – ha precisato però Prencipe – La tecnologia non può nulla se non vi sono emozioni in quello che ascoltiamo. L’opportunità del digitale è quella di democratizzare la musica. Ognuno di noi è libero di scegliere attraverso un catalogo infinito ma al centro di tutto c’è sempre la creatività. Non troverete mai un’azienda che andrà a suggerire ad un artista un tema o qualcosa di cui parlare. Il nostro lavoro è quello di supportare l’artista e di essere precursori mettendo al suo servizio nuove tecnologie e nuove strade. Non credo che l’Italia non crei talenti. Anzi. È semplicemente cambiato il mercato”.
Infine il capitolo giuridico dell’industria musicale è stato lasciato all’avvocato Tozzi che ha parlato di innovazione e di normative: “È in atto oggi un cambiamento di prospettiva enorme – ha affermato Tozzi – anche di tipo giuridico-economico. Le nuove tecnologie sono più veloci del cambio di normativa e si fa fatica a star dietro all’innovazione tecnologica ma c’è anche da precisare che i principi del diritto d’autore sono già presenti nel codice civile. Spesso però manca la volontà di declinare norme per coprire lacune e farle poi applicare e riempire quei vuoti”.