Nell’ultima mentorship di questa ottava edizione di Giffoni Next Generation si parla di 6G, tecnologie indossabili e del futuro della comunicazione insieme ai dreamers
Nella Sala Coworking della Multimedia Valley va in scena l’incontro finale di questa ottava edizione di Giffoni Next Generation poco prima di dare ampio spazio alle presentazioni dei pitch a cura dei team Deloitte, Bper Banca e Giffoni Innovation Hub del Dream Team. A raccontare il presente e a disegnare il futuro del mondo delle comunicazioni è stato Alessandro Pane, direttore del reparto Ricerca e Sviluppo di Ericcson Italia.
“Sfatiamo innanzitutto un mito: tutto quello che va in aria, prima o poi arriva in una rete – ha spiegato Pane ai dreamers – Prima vi era la rete col doppino telefonico, oggi si usa la fibra che non è altro che un laser che utilizza linee in plastica o vetro per portare informazioni a 10mila chilometri di distanza in 3 millisecondi. Capirete che rispetto a quando esisteva il telefono con la cornetta, che spesso si divideva con le persone del pianerottolo, la tecnologia ha fatto passi da gigante. Oggi si parla di 5G ma in realtà tutte le aziende di telecomunicazioni, nei loro settori ricerca e sviluppo, stanno già lavorando al 6G col quale ridurremo ancora di più la latenza”.
Le domande dei dreamers ad Alessandro Pane
I dreamers chiamano subito in causa la questione del rapporto tra salute e comunicazioni. Sulla questione 5G e salute però Pane è chiaro: “Da sempre collaboriamo con l’OMS, l’Organizzazione mondiale della Sanità. Qualsiasi soluzione generata dai nostri lavoratori ha bisogno di una serie di avalli e certificazioni. Spesso ho sentito che il 5G fa venire cose strane. La buona notizia per queste persone è che il 5G ha bisogno di meno potenza, è molto più intelligente per quel che riguarda andare a cercare il vostro telefono, non vi segue sempre ma solo quando è necessario seguirvi e diminuisce la potenza nel momento in cui vi allontanate da impianti irradianti. E il 6G lo farà ancora di più”.
“Oggi potrei stare seduto comodamente da casa mia – ha continuato Pane parlando di nuove tecnologie – con un’infrastruttura di telecomunicazioni e una telecamera di un certo tipo dare a voi la sensazione, la user experience di essere realmente qui tra voi. Un ologramma molto avanzato che è anche spazio tempo, che mi permette di andare in una dimensione che mi permette di camminare e ricreare quello che sto facendo da casa mia. Siamo passati quindi da una telefonata effettuata in un luogo chiuso ai social. Attendiamo ora il prossimo cambiamento che sarà ancora una volta epocale. L’uso intrecciato delle infrastrutture terrestri e l’uso dei satelliti sta risolvendo il problema delle aree non coperte sul pianeta. Ma il problema è sempre economico. Serve l’intervengo degli Stati per la costruzione di queste infrastrutture. Pensiamo a cosa è successo negli anni ’50 e 60′. Sui picchi delle montagne si andavano a costruire ripetitori perché si voleva che le persone comprassero le televisioni o le radio. Ma se non si vedeva il canale non le compravi. Lo stesso è accaduto con i cellulari”.