“Noto, il giorno della paura 1693”, il film in VR presentato ai ragazzi del Giffoni Dream Team

Sebastiano Deva: “Il cinema del futuro è quello in cui lo spettatore sarà protagonista del film”

 

Un film catastrofico che grazie alla virtual reality fa vivere tutte le emozioni di uno dei terremoti più terribili della storia, quello dell’11 gennaio 1693 che distrusse l’antica Noto sul Monte Alveria. “Noto, il giorno della paura 1693” è stato presentato alla Giffoni Impact a cui hanno partecipato i ragazzi del Dream Team di Giffoni Innovation Hub alla presenza del regista e innovatore Sebastiano Deva, dell’assessore al turismo di Noto Giusy Solerte e al capo gabinetto Paolo Patanè che hanno anche mostrato il trailer in anteprima del mediometraggio che dura poco più di 25 minuti, tanti per un prodotto in VR.

La verità – racconta Sebastiano Deva – è che il cinema del futuro sarà quello in cui lo spettatore sarà dentro al film. Un film non più bidimensionale ma di cui gli spettatori saranno protagonisti potendola cambiare con le proprie azioni. Un futuro distante? Meno di quanto ci si aspetti. E lo raccontano i numeri. Pensate che negli ultimi due anni sono stati venduti oltre 35milioni di visori di realtà virtuale. Questo mentre nei due anni precedenti se ne erano venduti 2 milioni”.

Il regista Sebastiano Deva

Un’evoluzione che è già oggi e che ha incuriosito non poco i ragazzi del Dream Team di Giffoni Innovation Hub con i quali il regista si è confrontato anche dopo la Giffoni Impact. “Anche perché – ha spiegato Deva – è un’ottima opportunità sia se si pensa al mercato del lavoro che all’industria dell’entertainment. L’onda tecnologica sta arrivando e ci sarà bisogno sicuramente di creativi trasversali che dovranno imparare a come scrivere questo nuovo tipo di cinema. Una delle arti che si è più evoluta negli anni fino ad arrivare a poter vedere in VR “Noto, il giorno della paura 1693” dall’app Rai Cinema Channel, sul quale ci saranno altri prodotti affini, magari nel salotto di casa propria”. Dal lenzuolo dei Lumière fino al cinema e alla tv e poi al telefonino. Per poi smaterializzarsi andando verso la realtà virtuale e immersiva. Innegabilmente si è difronte un nuovo paradigma dell’industria creativa. “Quest’onda creativa sta arrivando e insieme alla tecnologia sicuramente ci sarà più pressione sui creativi e bisognerà imparar a scrivere cinema, a immaginarlo, ma così come lo si proiettava sul lenzuolo. Siamo in una fase pioneristica per il cinema, perché si smaterializzerà e diventerà esclusivamente esperienza immersiva, sia per lo spettatore sia per chi lo farà”.

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