Si è appena conclusa la seconda edizione di Futuramente, il festival promosso da Giffoni Innovation Hub che mette al centro i giovani under 35, creando un ponte tra formazione, innovazione e opportunità professionali.
Futuramente nasce dalla volontà di coinvolgere attivamente i giovani, offrendo loro l’opportunità di partecipare a iniziative concrete e di esprimere il proprio punto di vista sui temi chiave per il futuro.
Il festival è pensato per essere uno spazio di crescita e di ispirazione, un luogo dove le nuove generazioni possono incontrare le aziende, scoprire nuove opportunità e mettere in gioco le proprie competenze per costruire il proprio futuro.
Abbiamo intervistato il Dott. Mauro Meazza, giornalista de Il Sole 24 Ore e docente della scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha moderato la masterclass “Violenza economica: strumenti di consapevolezza e contrasto”. In concerto con UniCredit, è stato presentato il progetto (In)Dipendenza Economica, realizzato in collaborazione con Telefono Rosa Piemonte e Caritas, per riflettere con consapevolezza su un fenomeno sociale pregnante.
Cosa si intende per “violenza economica” e in quali ambiti si manifesta più frequentemente?
La violenza economica è il controllo, più o meno puntuale, più o meno coercitivo, che una persona esercita sulle decisioni economiche di un’altra, all’interno di una relazione amicale o sentimentale. Richieste di giustificativi, domande sulle spese effettuate, fino al controllo minuzioso dei soldi che l’altra persona può utilizzare e per quali fini. Si verifica abitualmente nelle coppie, praticata nella grandissima maggioranza dei casi dall’uomo nei confronti della donna.
Qual è il legame tra la violenza economica e altre forme di abuso, come quella psicologica o fisica, specialmente nei contesti familiari o di coppia?
La violenza economica è uno degli aspetti del controllo e può limitarsi a condizionamenti impliciti ma può essere prodromica ad altre costrizioni (impedire di avere un lavoro, imporre all’altro di ridurre le ore di lavoro, ad esempio) fino ad arrivare alla violenza fisica, minacciata o messa addirittura in atto.
In che modo il sistema legislativo italiano (o europeo) affronta la violenza economica? Ci sono lacune normative o strumenti efficaci di tutela?
La normativa può essere sufficiente a condizione che si riconoscano i comportamenti indicati sopra come violenza economica e li si riconoscano come reati.
Quali sono, a suo avviso, le strategie più urgenti da mettere in campo — a livello educativo, istituzionale o culturale — per prevenire e contrastare questo tipo di violenza?
Sono necessari, anche se possono non essere sufficienti, le basi dell’educazione finanziaria, il perseguimento della reale parità lavorativa e retributiva, la presenza di punti di ascolto, pubblici o privati (assistenti sociali, medici di famiglia, centri di aiuto alla coppia…).
Perché un palco come quello di Futuramente può essere un buon modo per veicolare questi contenuti?
Perché la consapevolezza di quanto è rischiosa la violenza economica va diffusa soprattutto tra le generazioni più giovani, nelle fasi in cui i legami si fanno più saldi e in cui non è ancora così compiuta e adulta quella che un tempo si definiva educazione sentimentale, cioè la maturità nel vivere i rapporti di coppia.
Per altri contenuti e interviste visita il sito web di Futuramente 2025, dove potrai trovare anche il video del livestreaming dell’evento.
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