“Industrie Creative”: terza round table di Giffoni Innovation Hub (Demo) (Demo)

De Masi: «Serve unire la fantasia alla praticità. Solo così il genio dura»

Forzare ogni tipo di resistenza, voluta o inconsapevole, creare hub che durino nel tempo e soprattutto abolire l’autoreferenzialità dei progetti ricercando l’autonomia dal settore pubblico pur mantenendo un contatto essenziale con le istituzioni per lo sviluppo del territorio. Sono solo alcuni dei temi trattati all’interno della terza ed ultima round table della rassegna Next Generation di Giffoni Innovation Hub, creata in collaborazione con il British Council.

“Industrie creative” il nome dell’incontro al quale hanno partecipato il sociologo Domenico De Masi; Andrea Coluccia della Creative Europe Desk Media Italia; Rosario Mattera, Presidente Malazè; Fabio Mazzeo, Presidente Fondazione Exclusiva; Gabriella Brignone della Fondazione Exclusiva; Giorgia Turchetto, Cultural Manager Fondazione Torino Musei; Christian Zegna, di Socializers; Daniela BianchiConsigliera Regionale, Vice Presidente Commissione Cultura Regione Lazio; Amleto Picerno Ceraso, responsabile del Mediterranean FabLab – Medaarch – Picerno Ceraso Lab; Marco Cavalcoli, cofondatore della cooperativa E-Production e i due padroni di casa, Mario Ferrara della Fondazione Giffoni e Orazio Maria Di Martino, Coo Giffoni Innovation Hub.

E proprio De Masi ha esordito parlando di Giffoni come industria creativa, in balìa però di diversi pericoli: «Giffoni ha intuito che nel settore umanistico artistico potremmo risalire tutta la filiera della creatività e non essere una metastasi di creatività altrui ma una luce – ha affermato De Masi che poi ha ironizzato – Bisogna trovare anche il campo in cui investire energie, con una pazienza infinita. Io non ho la pazienza e la tenacia di Gubitosi, quindi prima o poi qualche assessore lo mando a quel paese e dopo un po’ mi dimetto. Lo Stato rimane una delle ipotesi però per fare cultura, ma ovunque vi sia l’intervento esclusivamente pubblico, l’esperienza dopo poco fallisce. E’ un sistema fragile che può crollare non appena cambia il colore politico: ecco perché è importante l’autonomia data da investimenti privati».

De Masi poi parla dell’importanza della sinergia tra la creatività e chi invece gestisce i conti: «Fantasia e concretezza sono alla base della creatività – spiega – Grande fantasia e grande concretezza sono rari, ecco perché li chiamiamo geni. Io credo invece molto nell’idea di genio collettivo, esempio risalente alla bottega rinascimentale, in sintesi una serie di persone molto fantasiose che riescono a unirsi a persone pratiche, ragionieri insomma, che possano permettere la nascita di un hub creativo duraturo ed indipendente».

Breve ma significativo anche l’intervento del ministro all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca, Stefania Giannini, giunta per una breve visita durante l’incontro: «Occorre vincere la resistenza al cambiamento – ha affermato con decisione il ministro – Ci sono resistenze, non sempre frutto di un disegno che si oppone, ma ve ne sono di naturali. Ogni volta che si propone un modello innovativo, si trova sempre una resistenza iniziale. Bisogna allora non sconfiggerla ma far si che si trasformi».

«L’obiettivo di questa tavola rotonda – ha invece sostenuto Orazio Maria Di Martino, COO di Giffoni Innovation Hubè quello di di catalizzare il flusso degli hub creativi presenti sul territorio nazionale, valorizzarlo in modo efficace supportandolo con strumenti utili alla progettazione, promozione, distribuzione dell’offerta. Vogliamo cercare di definire nuovi contorni della realtà degli hub creativi, provare a oltrepassare la definizione tradizionale di semplici aggregatori e definire nuovi scenari di collaborazione che mettano i ragazzi e le loro necessità professionali al primo posto. Il cambiamento del mondo Giffoni risiede in queste nuovi approcci programmatici e nuove strategie operative, mission principali di Giffoni Innovation Hub».

Non appena terminato il giro dei primi interventi, ai relatori è stato presentato il questionario tematico dal quale estrapolare le conclusioni dell’incontro. Il concetto chiave che ha dominato sugli altro è stato quello che vede la necessità di un rapporto attivo con le università locali, seguito subito dopo dall’aiuto al networking internazionale delle imprese locali. Terzo posto per il supporto alle imprese per trovare nuove opportunità e clienti, seguito a stretto giro dalla necessità di un supporto e lavoro comune con le organizzazioni culturali e una connessione serrata con altri hub.

 

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